Appunti preparatori per: Gabriella Valera- Toni Veneri, Storia culturale della politica moderna: Potere diritti felicità (in preparazione)
(estratti da Merio Scattola, Teologia politica, il Mulino 2007; spunti di riflessione)
p. 157 “Il Novecento ricostruisce e interpreta la storia della teologia politica dei secoli trascorsi. Il processo di desacralizzazione, avviato dalla scienza politica moderna ha infatti raggiuntolo stadio della maturità teorica e pratica nel XX secolo allorquando le varie dottrine della secolarizzazione hanno consentito al mondo moderno di ripiegarsi su se stesso per riflettersi e comprendersi. In tal senso il Novecento è la “verità” della storia moderna e contemporanea , perché è dal suo angolo prospettico che diventano trasparenti le dinamiche fondamentali dei secoli precedenti.
p.157-158 Juan Doloso Cortés … avrebbe avuto il merito di identificare l’analogia elementare fra trascendenza e immanenza.
p.158 Hans Kelsen a e Carl Schmitt “impressero una svolta fondamentale, destinata a ristrutturare sia la futura discussione, giacché pose il problema della consustanzialità ontologica della teologia politica, si al’intera ricostruzione storica, perché fornì il punto di vista ing rado di riordinare tutti i materiali della tradizione”.
p.162 a proposito della sociologia dei concetti di Max Weber e della sua Sociologia della religione: Al termine di questa complessa verifica egli poteva dunque rispondere alla domanda iniziale ricordando che lo spirito del mondo occidentale nasce perun passaggio di strutture teologiche al mondo economico e politico: l’ascesi cristiana extramondana si è fatta ascesi intramondana nel mondo calvinista e, quando haq perso il riferimento al sacro, ha generato lo spirito del capitalismo… A ben vedere questo processo potrebbe anche essere chiamato “secolarizzazione” se non fosse che a differenza della celebre tesi di Carl Schmitt, non riguarda lo spazio comunitario, della chiesa, dello stato e delle loro forme di rappresentazione, ma si svolge tutto nella dimensione interiore e privata e deve quindi alla fine sciogliersi in economia e sociologia”
Hans Kelsen (1922) Il concetto sociologico e il concetto giuridico dello stato
Hans Kelsen 1923 Dio e lo stato
p. 162 Tra la struttura logica dello Stato e il concetto di Dio Kelsen identificò un parallelismo esatto e ritrovò il rapporto che vige tra il Creatore e il creato punto per punto nella relazione tra Stato e diritto. Come la teologia vede in Dio un essere perfettamente trascendent, così la dottrina dello stato rappresenta la sovranità come un principio assoluto. Entrambe si fondano sull’idea che l’unità può essere raggiunta soltanto sull’unicità ed entrambe immaginano il loro soggetto come una persona dotata di volontà… accentuando in tal modo l’attributo della trascendenza”
[riflessione su unico, individuo e metafore spaziali+ tema della autolimitazione e suoi sviluppi etici e giuridici]
p. 165 Carl Schmitt : “Una vera sociologia dei concetti non deve perciò limitarsi all’operazione di smascheramento per mostrare che una determinata concezione dello Stato dipende in realtà da certe forze spirituali o materiali, bensì deve in primo luogo comprendere il proprio punto di vista e in tal modo porsi a un livello ancora più alto e più profondo, nel quale la stessa critica dell’ideologia appare come possibilità della conoscenza accanto ad altre”.
La sociologia dei concetti ha per obiettivo “quello di rintracciare le strutture fondamentali radicali sistemiche di un’epoca per metterle in relazione con la realtà sociale concettualmente formalizzata.”
p. 167 Al di là delle singole incongruenze argomentative una sociologia dei concetti comprendente una vera storia concettuale, dovrebbe cogliere anche la necessità della secolarizzazione all’interno di nua vicenda metafisica delle epoche e dovrebbe rendere conto del fatto che un universo della teologia contiene anche un mondo senza teologia, nel quale l’unica possibilità politica è la democrazia sovrana.
Sempre a proposito di Schmitt e degli sviluppi delle sue analisi: p. 170 “Questa secolarizzazione non implica infatti una continuità o una trasformazione di un qualche contenuto religioso invariabile; l’elemento teologico non è una materia che si conserva, magari in forma decaduta, nella storia dello Stato, ma è evidentemente un modo di essere della politica [mie riflessioni su “storia ‘culturale’ della politica. Questa di Schmitt diventa una storia ‘culturale? Della politica moderna che si fonda su una certa lettura della secolarizzazione/teologia politica e dei suoi movimenti fondamentali. Questa storia ‘culturale’ della politica non regge perché l’impianto schmittiano non regge o è parziale e un’altra storia ‘culturale’ della politica diventa necessaria]
A proposito delle prospettive del Novecento
p.170: “tutte le dottrine della teologia politica del Novecento possono perciò essere classificate usando come criterio il teorema della secolarizzazione e come unità di misura il rapporto tra tempo storico e teologia.
[riflessioni su tempo/spazio e “secolarizzazione” nella storia ‘culturale’ della politica moderna: categorie:
tempo storico/ teologia … tempo storico/ trascendenza?
Fiscio/metafisico
Naturale/morale
Spazio storico/spazio morale