Carlo Galli, Introduzione alla edizione italiana di Thomas Hobbes, Leviatano (BUR 2011)
p.XXXI: L’insieme dei credenti è la chiesa, ma è al tempo stesso lo Stato -il Leviatano è appunto uno Stato eccelsiastico e civile. Questa coincidenza fra Stato e Chiesa, fra Cristiano e cittadino non dà luogo a una ierocrazia in stile biblico (né in stile cattolico), e neppure a un rinnovato paganesimo. Questa coincidenza, al contrario è la politica moderna nella sua laicità, e significa soltanto che il comando politico è unico, e che non c’è spazio dentro lo Stato, per autorità concorrenti, diversamente legittimate. La professione di fede richiesta dal sovrano ai sudditi -che Gesù è il Cristo – unica richiesta del culto pubblico, è solo una formula di neutralizzazione delle guerre civili di religione, dato che su un dogma così poco impegnativo per l’Europa del XVIII secolo si incontravano tutte le confessioni e le denominazioni. Questa coincidenza insomma non usurpa ma vuole evitare usurpazioni: genera uno spazio vuoto dalle pretese del sacro, non sostituisce un contenuto religioso di origine civile a un altro di origine religiosa ed ecclesiastica. Quella a cui pensa Hobbes non è una religione politicia ma una religione civile nella sua forma definitiva, cioè cristiana. E’ lo stesso cristinaesimo che esige la formalizzazione sovrana della politica, mentre i contenuti (o le forme particolari della fede vengono relegati nella coscienza privata dei singoli dove non giunge il Leviatano che non legge nei cuori e che non se ne occupa perchè è una creatura la cui vita è tutta pubblica ed esteriore.
XXXII Emerge in Hobbes che la laicità non può consistere nella semplice indifferenza al sacro, ma deve esserne la reinterpretazione; che la laicità nasce non fuori dalla religione, ma dal suo interno -stilizzato, formalizzato, svuotato… […] p.XXXIII Il significato storico di questa narrazione -il cui obiettivo è uno squilibrio fra Stato e Chiesa che è in sé rivoluzionario, perché nasce dalla teorizzazione della superiorità dei laici sui chierici (cosa tutt’altro che nuova) ma dalla negazione di ogni consistenza politica della Chiesa- è l’affermazione di una nuova egemonia , di un progetto politico e culturale in cui la scienza e il potere, il Leviatano si insignoriscono di un mondo che può non essere più una condizione belluina, ma può essere abitato da uomini che si sforzano di non temere la guerra né l’ignoto (il Leviatano è fatto per non avere paura). […] i violenti chiaroscuri del grande artificio, sospeso fra utilità e dramma, contengono anche la luce e il rischiramento della ragione. Il Leviatano è il kat’exhon il grande frano che ritarda il conflitto, la navicella con cui si attraversa il mare infecondo della storia- ma è anche promessa di incivilimento un progetto di miglioramento della condizione umana.