Merio Scattola, Teologia politica, Bologna 2007

 

p.9 IN senso proprio o stretto si considerano come teologia politica solo quelle esperienze storiche che elaborano il nesso fra trascendenza e ordine umano attraverso la riflessione razionale

 

p.10 La storia del nome [teologia politica] comprende solo una frazione del concetto in senso proprio e per un ampio tratto di tempo essa fece coincidere la “teologia politica2 con una sua forma particolare, con la “religione politica” perché solo per questa fu fatta  valere la terminologia specifica mentre l’intera riflessione sul nesso fra ordine e trascendenza venne sviluppata per tutto quel periodo sotto altre denominazioni

 

La teologia politica in senso proprio… comprende materiali indicati con una pluralità di termini diversi. “maestà, sovranità, contratto, potere, ordine, secolarizzazione, per citare solo quelli più ricorrenti.

Nel suo senso proprio , cioè come concetto politico, la teologia politica è dunque descrivibile solo in una prospettiva prevalentemente semasiologica, nella quale essa si presenta come una struttura fortemente ramificata attorno a un saldo nucleo logico.

 

p.23 Nel sentire politico dei giacobini la religione figurava come un importante strumento di comunicazione sociale al quale spettava il compito di dare un contenuto cultuale e filosofico al sentimento repubblicano rafforzandolo con una pedagogia politica

Dall’inizio dell’Ottocento due grandi linee concettuali, identificabili come telologia civile e teologia politica. Vengono riconosciute come fenomeni specifici negli anni tra le due guerre mondiali.

 

“La teologia civile riflette sul fondamento politico della teologia, interrogandosi in generale sulla funzione della religione nella costruzione dello stato, mentre la teologia politica si rivolge al fondamento teologico della politica e investiga le condizioni di ordine metafisico che rendono possibili le diverse forme di comunità. La “teologia civile” si suddivide a sua volta in due distinti concetti quello critico di religione politica e quello positivo di religione civile.

 

RELIGIONE POLITICA, formula utilizzata verso la metà dell’Ottocento un culto subordinato alle finalità dello stato, venne precisata nei primi decenni del novecento nel quadro del dibattito sul totalitarismo [fonti relative al dibattito sul totalitarismo in epoca precoce: vedi Emilio Gentile?]

 

Processo di scristianizzazione durante la rivoluzione francese con l’affermarsi dei culti civici, continuò raggiungendo il suo culmine nel Novecento.

 

Nel 1938 Eric Voegelin presentò le ideologie totalitarie del Novecento come “religioni politiche” che divinizzano il collettivo, sia esso la classe, lo stato o la razza, un una sorta di istanza trascendente, che pretende di essere l’unica fonte di senso per l’agire dei singoli [soggetto]

 

Raymond Aron parla di religion politique o séculière all’opposto: una radice del totalitarismo sta nel forte senso di appartenenza generato dalla mitologia sociale di una data comunità. Sarebbe l’adesione al sacro che distrugge la distinzione fra pubblico e privato. Antidoto: religione secolare che mantiene viva la distinzione tra l’immanente e il trascendente, tra il sacro e il laico, tra il culto e la società.

 

A PROPOSITO DI RELIGIONE CIVILE:

p.25 La dimensione religiosa sembra essere essenziale per la cultura politica delle società occidentali perché le sperienze fondamentali della storia religiosa introiettate in codice di comportamento pubblico avrebbero fornito le regole prime delle democrazie occidentali. Il cristianesimo inoltre è stato un laboratorio di assimilazione e di rielaborazione culturale e molti dei contenuti che esso ha consegnato alle nazioni europee provengono da tradizioni estranee al nucleo e al linguaggio evangelico.

 

TEOLOGIA POLITICA

Letteratura controrivoluzionaria della metà dell’Ottocento (De Bonald , De Maistre e Juan Donoso Cortés): la crisi aperta dalla rivoluzione francese poteva risolversi  solo se la riflessione filosofica  era capace di identificare il nesso tra che lega la teologia alla politica sviluppando un metodo analogico per indicare il rapporto fra determinate rappresentazioni divine e particolari concezioni divine.

 

Tentativo di smascheramento di argomentazionio politiche che hanno in realtà un’origine teologica.

 

L. Feuerbach (1804.72) traccia un perfetto parallelismo fra sviluppo della teologia che si risolve in antropologia e della monarchia che si estingue in repubblica

Marx (1818-1883) identificava nello scambio fra Soggetto e predicato il carattere generale dell’epoca moderna.

 

Il tema dell’analogia strutturale fra teologia e politica viene ripreso negli anni 20

 

KELSEN identificò in saggi composti tra il 1913 e il 1923 una stretta analogia fra il monoteismo cristiano e il diritto pubblico e denunciò tale corrispondenza come effetto di una metafisica sociale autoritaria da superarsi in un perfetto panteismo logico-giuridico.

 

CARL SCHMITT intendeva lo stesso parallelismo tra religione e diritto come necessità essenziale della politica moderna. Lo Stato contemporaneo [contemporaneo?] sorto dalla secolarizzazione di categorie teologiche, traslate in campo politico. In questa corrispondenza strutturale la sociologia dei concetti …identifica in termini metafisici sia la secolarizzazione, sia  la struttura fondamentale della vita politica, cioè il fondamento teologico dell’ordine.

 

REAZIONI

Tra i filosofi  contro l’idea secondo cui la società contemporanea non sarebbe una formazione autosufficiente risponde Blumenberg con la legittimità del moderno. La critica dell’ideologia di Ernst Topitsch che si richiama esplicitamente a Kelsen ha tentato di rispondere al teorema della secolarizzazione tentando di dimostrare che i concetti politici moderni non sono originariamente derivati dalla teologia, bensì sono idee del mondo pratico che vengono proiettate nell’ambito religioso e di lì nuovamente riprese dalla politica

Jan Assmann accoglie e capovolge la formulazione di Schmitt: non è vero che i concetti della politica moderna sono concetti teologici secolarizzati bensì tutti i concetti centrali della teologia, antica e moderna, sono concetti politici teologizzati.

La teologia poi ha risposto al teorema della secolarizzazione reclamando la propria indipendenza e rivendicando il carattere di assoluta alterità e trascendenza religiosa rispetto al destino mondano.

(Erik Peterson->)